ImageE' tornata alla ribalta la “clamorosa” idea di trasformare l'abituale senso dell'ospitalità astigiana nella disponibilità ad accogliere sul nostro territorio un possibile impianto di incenerimento rifiuti, a disposizione di altre cinque province piemontesi. Anche la neo-presidente dell'Amministrazione provinciale Maria Teresa Armosino, infatti, si è allineata alle posizioni del Sindaco di Asti Galvagno, nonostante da mesi si siano alzati roboanti ed innumerevoli voci di dissenso.
Nei giorni scorsi pare anche essersi aperta una polemica tra lo stesso Galvagno e il fondatore del Movimento per la Decrescita Felice Maurizio Pallante, ospite in una serata astigiana sul tema. AltritAsti raccoglie in questo articolo qualche spunto di approfondimento da parte di Roberto Modellato (Reset/MeetUp Grillo), Gianni Dapavo (Legambiente) e P.C. Cavallari (CRAR-Coordinamento Regionale Ambiente Rifiuti).

A cura di Greenpeace, Legambiente e Wwf Italia.
ImageRiceviamo da Giorgio Baldizzone (Wwf) questa importante valutazione che prende in esame il tema dei costi, della tecnologia di quarta generazione, dei tempi, sicurezza e lotta ai cambiamenti climatici in stretta correlazione alla voglia di investire nel nucleare che pare “elettrizzare” l'attuale governo italiano: una notizia che parrebbe infondata ( dato il referendum popolare degli anni ottanta) se il ministro Scajola non continuasse a sbandierare la scelta già fatta dalla nuova maggioranza parlamentare.

In questo studio delle tre organizzazioni ambientaliste nazionali, tutte le verità sulle menzogne dei fautori dell’atomo ...

di Massimiliano Bosco, ingegnere e curatore scientifico dei lavori del coordinamento comitati Val Tiglione e Via Fulvia.
ImageNelle discussioni sugli inceneritori in Asti abbondano gli argomenti pro e contro. Se però non si citano la fonte e i dati di prima mano si rischia di assistere ad un contraddittorio tra atti di fede, piuttosto che tra analisi circostanziate. Se consapevolezza e competenza fossero una priorità assoluta, gestire i materiali post consumo non sarebbe problematico, né degenererebbe in una contrapposizione tra partiti del si e del no ognuno dei quali si fida dei rispettivi esperti.
Per questo aggiungerei almeno due elementi ...

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