di Alessandro Mortarino.

Alla fine dell'inverno la siccità imperava e tutti gridavano all'emergenza. Poi l'acqua ha iniziato a cadere, dall'alto. In un momento, tutta la risorsa idrica mai vista in giorni e giorni e mesi. Acqua che avvolge, distrugge, trasforma, diventa fango e disperazione. Tra breve tornerà la siccità: è il cambiamento climatico, bellezza (non solo le nutrie, gli ambientalisti cattivi, il fatal destino). Tutti torneranno a gridare all'emergenza e alle "cose" urgenti da fare. Da fare ieri, ma i denari mancano. Mentre il bilancio dell'ex municipalizzata di Asti chiude in positivo e remunera i suoi soci. Pubblici e privati...

di Gabriella Sanlorenzo.

Venerdì 26 maggio: grande successo della StraAsti! Pare che 4.000 persone abbiano partecipato alla corsa non competitiva che attraversa la bella (e nostra) città di Asti.Tanti bambini, intere classi, famiglie: davvero "di tutto di più".
Una vera massa di persone e di umanità che mi fa venire una curiosità: conoscere dove si nascondono queste migliaia di persone nei giorni lavorativi, quando sulle strade astigiane si vedono code su code di automobili, normalmente nei pressi delle scuole, e dove bambini e ragazzi vengono accompagnati praticamente in braccio agli insegnanti...

Lo ricordiamo con un passo di Beppe Fenoglio (da "Il partigiano Johnny").

Lassú si schioccò indietro il berretto e: – Che ve n’è sembrato dell’inverno, ragazzi? – disse. – Non è stata una grande, tremenda cosa? Lo è stata, ve lo dico io, ed è la cosa della quale ci vanteremo maggiormente. Non è così?
Vi vedo legnosi e intirizziti. Animo, dunque! L’inverno venturo saremo in pace, forse in una bella camera, calda a ventidue gradi, forse in vestaglia, forse in pantofole e forse, pensateci! sposati. Pensate che tragedia, che comica! – e tutti gli uomini risero altamente e strainedly. – Scommetto la testa, proseguì Nord, – che ci assalirà allora una barbara nostalgia di questo terribile inverno e piangeremo, sì piangeremo sulla sua memoria. Quindi, un evviva a questo inverno!...

di Alessandro Mortarino.

Da diversi anni Asti e il Monferrato, nonostante la contiguità e la somiglianza territoriale, "patiscono" i successi di Alba e delle Langhe che, nella realtà, non sono però il frutto di occasionali accadimenti fortuiti ma il risultato di visioni, di creatività, investimenti, capacità aggregativa, spirito di valorizzazione e molto altro ancora. Comprensibile, quindi, la sorta d'invidia che andrebbe però accompagnata da una profonda riflessione per comprendere i motivi di differenze così evidenti a livello tanto economico quanto sociale, per provvedere a colmare divari che continuano ad ampliarsi. Negli ultimi giorni un nuovo esempio si è materializzato per evidenziare le asimmetrie prospettiche degli uni e degli altri e merita qualche riflessione. Lo scorso anno la città di Asti aveva deciso di concorrere alla nomina di "Capitale italiana della cultura 2025", riuscendo ad essere scelta tra le 10 candidate finali in lizza (con esito poi negativo). Ora Alba, Bra, Langhe e Roero hanno deciso di proporre la loro candidatura per il 2026. Alba, Bra, Langhe e Roero. Non solo Alba o Bra...

di Marisa Pessione.

Entrare in punta di piedi nel mondo degli ultimi e sentirsi come uno di loro. Perchè sei stato uno di loro. Una forma di condivisione che ti fa capire l'altro senza nessuna velleità di salvarlo, ma con la consapevolezza di offrirgli un'opportunità per esprimersi e raccontarsi. Pino Roveredo, scrittore triestino che ci ha lasciati da circa un mese, ha sperimentato tutto ciò e ha dato voce, attraverso racconti e diversificate forme di espressione artistica, gestuale e teatrale, a quegl'ultimi (malati psichiatrici, alcolisti, tossicodipendenti, ex detenuti) suoi compagni di strada nella perdizione reale e immaginifica...

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